di Pierluigi Pecoraro,
Ordine Nazionale Biologi - ASL Napili 3 sud e Francesca Bianco,
Dipartimento di Biologia università di Napoli - studioSANA.
Introduzione
Nutrizionisti, esperti di
alimentazione, ricercatori e comitati scientifici, concordano da molto tempo
sull'importanza di iniziare bene le nostre giornate, con una sana, adeguata e
varia prima colazione.
Il messaggio rivolto agli esperti a
tutte le fasce della popolazione, è quello di non trascurare mai il momento
della giornata che riguarda la prima colazione, il pasto della giornata che
dovrebbe fornire circa il 20% dell'energia giornaliera.
L’abitudine a consumare
regolarmente la prima colazione si ricollega, infatti, ad un migliore stato di
nutrizione e di benessere a tutte le età: lo dimostra un numero crescente di
evidenze scientifiche che, raccolte in differenti Paesi del mondo e nell’ambito
di stili alimentari molto diversi tra loro.
Al termine del periodo di digiuno
notturno, la prima colazione ha innanzitutto il compito di fornire l’energia necessaria
per affrontare le attività della mattina e, più in generale, della giornata.
Un effetto dell’eliminazione della
prima colazione è il peggioramento della performance nelle prime ore della
giornata stessa, che in particolare nei bambini si manifesta con una minore
capacità di concentrazione e di resistenza durante l’esercizio fisico (Cueto,
2001; Vermorel et al., 2003; Fanjiang & Kleinman, 2007).
Una prima colazione adeguata è,
invece, associata ad un miglioramento della capacità di memorizzazione, del
livello di attenzione, della capacità di risoluzione di problemi matematici e
della comprensione durante la lettura e l’ascolto; il miglioramento di tali
parametri di performance non interessa solo il periodo immediatamente
successivo all’assunzione della colazione, ma si estende alle ore successive e
si osserva nei bambini e negli adulti (Bellisle, 2004; Mahoney et al., 2005;
Rampersound, 2005; Benton e Parker, 1998; Smith, 1999).
Sia i risultati delle revisioni
sistematiche della letteratura sia le indagini statistiche condotte su campioni
di popolazione documentano infatti come il primo pasto della giornata sia in
realtà il più sottovalutato, e che spesso se non viene del tutto dimenticato
risulta essere comunque non sufficiente al fabbisogno soprattutto in età
evolutiva.
Evidenze scientifiche
L’esame complessivo di numerose
ricerche scientifiche che svolte sia negli Stati Uniti che in Europa, sulle
abitudini alimentari concernenti la colazione, mostra infatti che una
percentuale compresa tra il 10-30% dei bambini e degli adolescenti di tutti i
Paesi interessati dagli studi “salta” regolarmente la prima colazione, e che
questa scorretta abitudine è sempre più frequente passando dall’infanzia
all’età adulta (Rampersaud et al., 2005).
Saltare la prima colazione non può
essere considerata semplicemente come una innocua cattiva abitudine in quanto
va ad influenzare molti fattori che agiscono sul nostro stato di benessere.
I risultati di diversi studi
dimostrano infatti come una prima colazione regolare sia collegata
all’istaurarsi di molteplici benefici come il miglioramento di molti parametri
metabolici, correlati essenzialmente al rischio cardiovascolare, ma anche al
generale stato di salute e benessere dell’individuo (Ruxton & Kirk, 1997;
Affenito, 2007).
Il consumo quotidiano della prima
colazione si associa non solo alla riduzione dei livelli plasmatici del
colesterolo LDL e della trigliceridemia, ma agisce anche sui meccanismi che
controllano i processi ossidativi a carico delle LDL stesse.
La prima colazione contribuisce
anche al controllo dei fattori di rischio delle malattie croniche, soprattutto
cardiovascolari influenzando, sia direttamente che indirettamente, la
composizione della dieta in generale. Una serie di studi scientifici dimostrano
infatti che i consumatori regolari della prima colazione assumono macro e
micronutrienti in quantità più adeguate rispetto ai soggetti che non hanno
questa abitudine.
Viceversa l’abitudine a “saltare”
la prima colazione si collega con una aumentata probabilità di mancato
raggiungimento dei livelli di assunzione raccomandati giornalieri per quanto
concerne i micronutrienti (Stanton et al., 1989; Nicklas et al., 1993; Ruxton
& Kirk, 1997).
La qualità e la quantità dei
nutrienti forniti con la prima colazione, inoltre, sembrano essere
particolarmente rilevanti in alcuni periodi della vita, come l’infanzia e
l’adolescenza. I ragazzi che “saltano” la prima colazione tendono ad assumere
bassi livelli di micronutrienti: le carenze legate alla mancanza del primo
pasto non vengono infatti in genere compensate con gli altri pasti della
giornata.
Uno studio scientifico mostra che
la maggior parte dei bambini di 10 anni, che non faceva la prima colazione, non
raggiungeva i 2/3 delle quantità di vitamina A, B6, D, riboflavina, folati, calcio,
ferro, magnesio, fosforo e zinco raccomandate (Nicklas et al., 2000).
Un altro beneficio strettamente
collegato al consumo di una prima colazione regolare è associato al suo potere
saziante. I principali costituenti di una prima colazione equilibrata aumentano
il senso di sazietà e modulano l’assunzione di calorie nei pasti successivi.
In particolare gli studi dimostrano
che, tra tutti coloro che cominciano in modo “scorretto” la propria giornata,
le femmine saltano la colazione più facilmente dei maschi e che questo potrebbe
essere connesso in qualche modo con l’insoddisfazione per il proprio peso
corporeo o potrebbe anche rappresentare un “espediente” per dimagrire
(Rampersaud G.C. et al., 2005; Shaw M.E., 1998).
Un espediente, però controproducente
dal momento che, saltando la prima colazione è facile poi avere fame durante la
mattinata o arrivare troppo affamati all’ora di pranzo, rendendo più difficile
il controllo delle calorie ingerite. Del resto, anche una recente revisione
sistematica degli studi ha evidenziato che l’abitudine di fare regolarmente la
prima colazione è associata nei bambini e negli adolescenti con un ridotto
rischio di diventare sovrappeso o obesi.
Contrariamente a quanto spesso si
ritiene, la quota calorica introdotta a colazione non aumenta il rischio di
eccedere l’apporto energetico giornaliero raccomandato: numerosi studi
dimostrano, infatti, che i consumatori regolari di prima colazione sono meno
predisposti al sovrappeso e all’obesità, e che anche gli adolescenti normopeso
che saltano spesso la prima colazione vanno più facilmente incontro all’aumento
dell’indice di massa corporea in età adulta (Affenito et al., 2005; Roblin et
al., 2007; Dubois et al., 2008; Timlin et al., 2008).
Il collegamento tra aumento di BMI
e abitudine a saltare la prima colazione è ancora più evidente nei bambini e
negli adolescenti. Uno studio prospettico, condotto a partire dagli anni ’60 su
più di 24.000 ragazzi americani di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, ha
permesso di rilevare come alla riduzione della frequenza del consumo della
prima colazione si associ un aumento dell’indice di massa corporea (Siega-Riz
et al., 1998).
Un dato più recente emerge in una
ricerca, per la quale sono stati reclutati 35.000 studenti olandesi della
scuola secondaria (13-16 anni), allo scopo di indagare quali abitudini di vita
fossero più strettamente correlati all’indice di massa corporea. Ebbene,
l’abitudine a “saltare” regolarmente la prima colazione è risultata essere
maggiormente associata al sovrappeso rispetto al consumo di bevande alcoliche,
e perfino rispetto all’inattività fisica (Croezen et al., 2007).
Consumi e adeguatezza alimentare in Italia
I dati pubblicati dell’HFA (Health
for All – ISTAT) mostrano che nell’anno 2009 la media nazionale degli adulti
che consumano una prima colazione adeguata è del 79% ed in particolare lo
studio mostra che questo valore, nel sud Italia, scende al 76% (Fig. 1).
Analizzando i dati statistici l’aspetto preoccupante è quello che, nonostante
la campagna mediatica avviata nel corso degli ultimi anni, il numero degli
adulti che consumano una adeguata prima colazione è risultato pressoché
costante e non si è realizzato quell’aumento statistico atteso.
Il quadro generale diventa più
serio con riferimento alle abitudini di bambini e adolescenti.
In particolare, dai dati nazionali
pubblicati nel 2012 da OKKIO ALLA SALUTE è emerso che, per quel che concerne
gli stili di vita dei nostri bambini di età 8-9 anni, il 9% salta la prima
colazione e che ben il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in
termini di carboidrati e proteine) (Fig. 2).
Per semplicità, in accordo a quanto
indicato dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
(INRAN), è stata considerata adeguata la prima colazione che fornisce un
apporto di carboidrati e proteine, per esempio: latte (proteine) e cereali
(carboidrati), o succo di frutta (carboidrati) e yogurt (proteine).
In questo quadro generale la
regione con i dati più critici è la Campania dove lo studio mostra che solo il
57% dei bambini fa una colazione qualitativamente adeguata, il 12% non fa
colazione, senza differenza di genere, e il 31% non la fa qualitativamente
adeguata.
La prevalenza del non fare
colazione è maggiore nei bambini di mamme con tutolo di studio più basso
(nessuno, elementare o media) 12,8% rispetto ai figli di mamme con diploma di
scuola superiore 12% e laureate 7,3% con significatività statistica verso
laureate.
La regione più virtuosa è invece il
Friuli Venezia Giulia dove i dati mostrano che il 69% dei bambini fa una
colazione qualitativamente adeguate, il 5% non fa colazione e il 26% non la fa
qualitativamente adeguata.
Nell’ambito
dello studio HBSC – Italia (Health Behavior in School-aged Children), ad un
campione di adolescenti n. 20187 11 anni, n. 20362 di 13 anni e n. 17325 di 15
anni è stato chiesto di quantificare la frequenza settimanale della colazione
durante i giorni di scuola. Nella Tabella 1 sono riportate le frequenze di
consumo della colazione. Si osserva che più della metà dei ragazzi italiani
consuma la colazione per “cinque giorni la settimana” (68,5% a 11 anni, 58,0% a
13 anni e 51,3% a 15 anni); rimane, tuttavia, una quota discreta di giovani che
comincia la giornata a digiuno (16,4% deli 11-enni, 24,5% dei 13-enni e 31,7%
dei 15-anni). Si evidenzia, inoltre, che la frequenza della colazione
diminuisce col crescere dell’età.
Conclusioni
Numerose
evidenze scientifiche confermano che la serie di favorevoli effetti metabolici
associati al consumo regolare della prima colazione (sul profilo lipidico, sulla
tolleranza al glucosio e sul sovrappeso/obesità) si traduce anche in una
significativa riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di diabete
mellito tra i soggetti che consumano con regolarità questo pasto (Kaplan et
al., 1987; Li et al., 2003; Kochar et al., 2007).
Il
consumo regolare di una prima colazione è, infatti, associato ad una maggiore
probabilità di raggiungere i livelli raccomandati di consumo di alcuni
micronutrienti e ad una riduzione del rischio di sviluppare obesità, eventi
cardiovascolari e diabete, probabilmente grazie al controllo di alcuni
importanti fattori di rischio di queste condizioni.
L’assunzione
della prima colazione da parte dei bambini e degli adolescenti sembra inoltre
esercitare effetti favorevoli a breve termine sulla performance scolastica.
Gli
studi ad oggi disponibili confermano i benefici della prima colazione, specie
se ricca di cerali e a base di carboidrati a basso indice glicemico, nella
riduzione di fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e per il
diabete, come la glicemia, l’insulinemia, la colesterolemia e il sovrappeso,
fornendo quindi ulteriore supporto alla comprensione e alla definizione degli
effetti favorevoli di questa abitudine alimentare (Keim et al., 1997; Kleemola
et al., 1999; Warren et al., 2003; Farshchi et al., 2005).
Tuttavia
va ricordato che solamente un’assunzione giornaliera di nutrienti bilanciati
rispetto ai fabbisogni individuali, associata ad un modello di stile di vita
salutare, può avere un effetto positivo sulla salute e nella prevenzione di
patologie metaboliche e cronico-degenerative.
In
particolare le linee guida italiane per una corretta alimentazione suggeriscono
di assumere con la prima colazione circa il 15-20% delle calorie giornaliere
/il 15% se la colazione è abbinata a uno spuntino di metà mattina, il 20% in
caso contrario).
La
prima colazione è parte integrante di uno schema di dieta equilibrato ed oltre
alla regolazione del senso di fame e di sazietà nel corso della giornata, essa
deve in primo luogo sopperire all’esigenza dell’organismo di fare fronte alle
richieste energetiche dopo il digiuno notturno.
Nel
dettaglio, secondo le tradizioni alimentari italiane e mediterranee, la prima
colazione sana e corretta deve essere costituita dal 50% circa delle calorie da
carboidrati (pane, fette biscottate, cereali pronti), da latte o yogurt e da
una porzione di frutta fresca di stagione. La frutta e i cereali rappresentano
la principale fonte di carboidrati: gli zuccheri semplici della frutta
forniscono energia immediata, quelli complessi dei cereali, meglio se
integrali, forniscono energia nelle ore successive; entrambi sono anche ricchi
di fibre. Latte e i suoi derivati (il cui consumo va quindi “protetto” e
mantenuto nel tempo) forniscono calcio, proteine, fermenti lattici e la giuste
dose di grassi.
Bisogna
prestare però attenzione a quei cereali di produzione industriale che non
possono più essere considerati tali in quanto arricchiti di zuccheri, grassi e
sale al fine di renderli più palatabili.
Importante,
quindi, è imparare a leggere l’etichetta per capire quali scegliere
confrontandoli con gli altri e preferendo quelli che apportano meno ingredienti
ipercalorici e risultano quindi meno sani.
Preferibili
i cereali integrali: studi recenti ci informano che riducono il rischio di
malattie cardiovascolari, apportano benessere intestinale, migliorano la
sensibilità insulinica, aiutano a mantenere il peso controllato.
Una
intelligente rotazione dei modelli di prima colazione, basata sulle indicazioni
appena descritte, facilita l’abitudine ad assumere regolarmente una prima
colazione completa, con i conseguenti effetti favorevoli sull’efficienza
psicofisica ed ad senso di sazietà nelle ore successive ed il raggiungimento
degli effetti protettivi di carattere generale sulla salute dell’organismo che
la prima colazione comporta.
Non
bisogna, infine, dimenticare che una prima colazione vissuta come abitudine
”piacevole” nell’ambito del “contesto familiare” è un requisito essenziale per
il suo mantenimento in età pediatrica e adolescenziale, e crea ritorni positivi
in termini di gratificazione ed aspettativa piacevole e rassicurante.
BIOLOGI ITALIANI - Organo ufficiale dell'Ordine Nazionale dei Biologi - Febbraio 2014 - SCIENZE Nutrizione
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