lunedì 24 febbraio 2014

I semi di Lino

Cenni storici
Il Lino (Linum usitatissimum L.) ha avuto origine probabilmente nelle zone comprese tra il Golfo Persico, mar Caspio e il Mar Nero, successivamente importato in Europa settentrionale. La sua coltura risale sia in Europa che in Egitto ad almeno cinquemila anni fa. Nel Medioevo il lino era ampiamente coltivato in tutto il continente europeo e solo nel Settecento ebbe inizio il suo declino, dovuto soprattutto alla maggior coltivazione di altre piante da fibra e, nel corso del XX secolo, ancor più con l'avvento delle fibre sintetiche.
A livello mondiale, il maggior produttore di semi di lino è il Canada, seguito da Argentina, India, Cina e Nuova Zelanda. In Europa viene coltivato in Francia, Gran Bretagna e Belgio. La coltura del lino da fibra è diffusa in alcuni Stati dell'Ex-Unione Sovietica e Cina; in Europa, in Romania, Polonia, Francia, Olanda e Belgio. Pochissima la produzione italiana.
Il lino appartiene alla famiglia delle Linaceae e la specie Linum usitatissimum L. comprende numerose forme e i tipi coltivati sono distinti in due grandi gruppi:
  • Lino da fibra: comprende le forme a taglia alta, stelo elastico, fibre lunghe e duttili, infiorescenza ridotte, fiori piccoli azzurri o a volte bianchi, semi piccoli e bruni; queste forme prediligono ambienti costieri, freschi, senza forti escursioni termiche;
  • Lino da olio: comprende forme a taglia ridotta, a portamento rigido, con steli brevi e robusti, ramificati alla base, con fibre corte e grossolane, infiorescenze molto sviluppate, fiori azzurri e a volte violacei, con semi più grandi, bruni o tendenti al rossastro; prediligono ambienti caldi e assolati.

Dalle varie parti della pianta, dove viene presa principalmente la fibra, si ricavano tessuti, carta, medicinali, reti per la pesca;  mentre, dai suoi frutti, i quali contengono piccoli semi di colore brunastro, si possono ottenere farine ed oli. Al giorno d'oggi, i semi di lino sono molto ultizzati da numerose aziende nei più disparati campi, dalla cosmetica (per la cura del capello) alla cucina (come ingrediente per il pane e di altri prodotti da forno).

Negli anni, i semi di lino hanno acquisito sempre più interesse grazie alle loro proprietà medicinali e alla ricchezza delle componenti nutrizionali che li compongono. Nonostante le loro piccole dimensioni, infatti, contengono numerosi elementi nutritivi che vengono ritenuti particolarmente benefici per il nostro organismo. Nella sua composizione bromatologica (vedi tabella 1), i semi di lino sono ricchi di vitamine A, B, D ed E, nonchè di sali minerali come il potassio, il cui contenuto è di circa sette volte maggiore rispetto a quello presente, ad esempio, nelle banane. Inoltre, è una fonte essenziale di proteine di alta qualità, di acidi grassi omega-3 (in particolare l'acido linolenico), di composti fenolici (tra i più importanti, i lignani) e di fibra alimentare.

Tabella 1: Composizione bromatologica:

Energia
534 kcal
Ferro
5.73 mg
Acqua
6.96 g
Fosforo
642 mg
Carboidrati
28.88 g
Potassio
813 mg
Fibre
27.3 g
Sodio
30 mg
Lipidi totali (grassi)
42.16 g
Zinco
4.34 mg
Zuccheri, totali
1.55 g
Vitamina E 
(alfa-tocoferolo)
0.31 mg
Grassi saturi, totali
3.663 g
Vitamina C 
(acido ascorbico)
0.6 mg
Acidi grassi monoinsaturi, totali
7.527 g
Tiamina, vitamina B1
1.644 mg
Proteine
18.29 g
Riboflavina, vitamina B2
0.161 mg
Acidi grassi polinsaturi, totali
28.73 g
Niacina, vitamina B3 o PP
3.08 mg
Colesterolo
0 mg
Piridossina, vitamina B6
0.473 mg
Calcio
255 mg
Folati, totali
87 mcg

L'acido linolenico, presente nei semi di lino, è essenziale per la normale crescita e sviluppo del nostro organismo e, inoltre, può svolgere un ruolo importante per ridurre l'incidenza di diverse malattie, come quelle cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete, il cancro e le patologie infiammatorie e autoimmuni.
La fibra alimentare, infatti, oltre all'aumento del senso di sazietà e al miglioramento della funzionalità intestinale e dei disturbi ad essa associati (come la stipsi), è stata messa in relazione alla riduzione del rischio di contrazione delle più importanti malattie cronico-degenerative (diabete e malattie cardiovascolarti).
Negli ultimi 10 anni, infine, i ricercatori hanno focalizzato l'attenzione sui composti fenolici e sul loro ruolo nella prevenzione di numerose malattie associate al così detto stess ossidativo (il cancro, ancora le malattie cardiovascolari e il diabete, le patologie neurodegenerative).
Quindi, i semi di lino possono essere considerati tra i principali "semi della salute" presenti in natura. 

Bibliografia:
  1. B.D. Oomah, G. Mazza. Flaxseed proteins: A review. Food Chem, 48, 109-14. 1993.
  2. A. Touré, X. Xueming. Flaxseed Lignans: Source, Biosynthesis, Metabolism, Antioxidant Activity, Bio-Active Components, and Health Benefits. Compr. Rev. Food Sci. 9, 261-269, 2010.
  3. W. Herchi , D. Arráez-Román, H. Trabelsi, I. Bouali, S. Boukhchina, H. Kallel, A. Segura-Carretero and A. Fernández-Gutierrez. Phenolic compounds in flaxseed: a review of their properties and analytical methods. An overview of the last decade. J. of Oleo Science, 63,(1) 7-14, 2014.
  4. M. de Lourdes, R. Giada. Food Applications for Flaxseed and its Components: Products and Processing. Nutrition & Agriculture, 2, 181-186, 2010,
  5. D. Boskou. Sources of natural antioxidants. Trends Food Sci. Technol., 17, 505-512, 2006.

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