Cenni storici
Il
Lino (Linum usitatissimum L.) ha
avuto origine probabilmente nelle zone comprese tra il Golfo Persico, mar
Caspio e il Mar Nero, successivamente importato in Europa settentrionale. La
sua coltura risale sia in Europa che in Egitto ad almeno cinquemila anni fa.
Nel Medioevo il lino era ampiamente coltivato in tutto il continente europeo e
solo nel Settecento ebbe inizio il suo declino, dovuto soprattutto alla maggior
coltivazione di altre piante da fibra e, nel corso del XX secolo, ancor più con
l'avvento delle fibre sintetiche.
A
livello mondiale, il maggior produttore di semi di lino è il Canada, seguito da
Argentina, India, Cina e Nuova Zelanda. In Europa viene coltivato in Francia,
Gran Bretagna e Belgio. La coltura del lino da fibra è diffusa in alcuni Stati
dell'Ex-Unione Sovietica e Cina; in Europa, in Romania, Polonia, Francia,
Olanda e Belgio. Pochissima la produzione italiana.
Il
lino appartiene alla famiglia delle Linaceae
e la specie Linum usitatissimum L.
comprende numerose forme e i tipi coltivati sono distinti in due grandi gruppi:
- Lino da fibra: comprende le forme a taglia alta, stelo elastico, fibre lunghe e duttili, infiorescenza ridotte, fiori piccoli azzurri o a volte bianchi, semi piccoli e bruni; queste forme prediligono ambienti costieri, freschi, senza forti escursioni termiche;
- Lino da olio: comprende forme a taglia ridotta, a portamento rigido, con steli brevi e robusti, ramificati alla base, con fibre corte e grossolane, infiorescenze molto sviluppate, fiori azzurri e a volte violacei, con semi più grandi, bruni o tendenti al rossastro; prediligono ambienti caldi e assolati.
Dalle
varie parti della pianta, dove viene presa principalmente la fibra, si ricavano
tessuti, carta, medicinali, reti per la pesca;
mentre, dai suoi frutti, i quali contengono piccoli semi di colore
brunastro, si possono ottenere farine ed oli. Al giorno d'oggi, i semi di lino sono molto ultizzati da
numerose aziende nei più disparati campi, dalla cosmetica (per la cura del capello)
alla cucina (come ingrediente per il pane e di altri prodotti da forno).
Negli
anni, i semi di lino hanno acquisito
sempre più interesse grazie alle loro proprietà medicinali e alla ricchezza
delle componenti nutrizionali che li compongono. Nonostante le loro piccole dimensioni, infatti, contengono numerosi elementi nutritivi che
vengono ritenuti particolarmente benefici per il nostro organismo. Nella sua
composizione bromatologica (vedi tabella 1), i semi di lino sono ricchi di vitamine A, B, D ed E, nonchè di sali
minerali come il potassio, il cui
contenuto è di circa sette volte maggiore rispetto a quello presente, ad
esempio, nelle banane. Inoltre, è una
fonte essenziale di proteine di alta qualità, di acidi grassi omega-3 (in particolare l'acido linolenico), di composti fenolici (tra i più importanti,
i lignani) e di fibra alimentare.
Tabella
1: Composizione bromatologica:
Energia
|
534 kcal
|
Ferro
|
5.73 mg
|
Acqua
|
6.96 g
|
Fosforo
|
642 mg
|
Carboidrati
|
28.88 g
|
Potassio
|
813 mg
|
Fibre
|
27.3 g
|
Sodio
|
30 mg
|
Lipidi totali (grassi)
|
42.16 g
|
Zinco
|
4.34 mg
|
Zuccheri, totali
|
1.55 g
|
Vitamina E
(alfa-tocoferolo)
|
0.31 mg
|
Grassi saturi, totali
|
3.663 g
|
Vitamina C
(acido ascorbico)
|
0.6 mg
|
Acidi grassi monoinsaturi,
totali
|
7.527 g
|
Tiamina, vitamina B1
|
1.644 mg
|
Proteine
|
18.29 g
|
Riboflavina, vitamina B2
|
0.161 mg
|
Acidi
grassi polinsaturi, totali
|
28.73
g
|
Niacina, vitamina B3 o PP
|
3.08 mg
|
Colesterolo
|
0 mg
|
Piridossina, vitamina B6
|
0.473 mg
|
Calcio
|
255 mg
|
Folati, totali
|
87 mcg
|
L'acido
linolenico,
presente nei semi di lino, è essenziale per la normale crescita e sviluppo del
nostro organismo e, inoltre, può svolgere un ruolo importante per ridurre
l'incidenza di diverse malattie, come quelle cardiovascolari, l’ipertensione, il
diabete, il cancro e le patologie infiammatorie e autoimmuni.
La fibra alimentare, infatti, oltre all'aumento del senso di
sazietà e al miglioramento della funzionalità intestinale e dei disturbi ad
essa associati (come la stipsi), è stata messa in relazione alla riduzione del
rischio di contrazione delle più importanti malattie cronico-degenerative
(diabete e malattie cardiovascolarti).
Negli ultimi 10 anni, infine,
i ricercatori hanno focalizzato l'attenzione sui composti fenolici e sul loro ruolo nella prevenzione di numerose
malattie associate al così detto stess ossidativo (il cancro, ancora le
malattie cardiovascolari e il diabete, le patologie neurodegenerative).
Quindi, i semi di lino possono essere
considerati tra i principali "semi
della salute" presenti in natura.
Bibliografia:
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- M. de Lourdes, R. Giada. Food Applications for Flaxseed and its Components: Products and Processing. Nutrition & Agriculture, 2, 181-186, 2010,
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