lunedì 3 febbraio 2014

Il Resveratrolo



Gli studi epidemiologici intrapresi nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che l’alimentazione può costituire un importante fattore di protezione nei confronti di numerose malattie. Il ricorso a diete ricche di prodotti vegetali, come frutta e verdura, particolarmente rilevante nella dieta cosiddetta “mediterranea”, appare quindi corretto per la capacità di proteggere la salute umana.

Nell’ambito della prevenzione delle malattie coronariche, l’uva viene annoverata tra gli alimenti di origine vegetale dotati di maggiore efficacia, ed utilizzata nella scienza medicinale da tempo immemorabile.

L’Ayurveda, uno dei libri più antichi della tradizione indù, ha descritto la “darakchasava” (succo fermentato di uve rosse) come prodotto di tipo cardiotonico[1] mentre il succo d’uva o il vino rosso è stato descritto come un “dono di Dio” nella tradizione Biblica, con evidente riferimento alla natura depurativa e curativa di tale elemento.

Negli ultimi anni l’attenzione verso gli antiossidanti e, in particolare, verso il resveratrolo, ha acceso la curiosità di molti ricercatori che operavano nei settori più diversi.

Il resveratrolo è presente in tutta la pianta della vite, sia negli acini sia nei semi dell’uva ma anche nel fusto e nelle radici, e quindi, ovviamente, in grande concentrazione anche nel vino. 
È la pianta stessa a produrre tale sostanza per proteggersi dall’attacco di funghi, che frequentemente possono essere causa d’importanti malattie per la vite stessa.

Il resveratrolo è contenuto anche nelle arachidi, nei pinoli, oltre che in una grande varietà di frutta fresca come nelle bacche di gelso, nel mirtillo nero, nel mirtillo rosso, nelle more, nella panassa (“jackfruit”) e nella mortella di palude (“cranberry”). È contenuto, inoltre, in una grande varietà di fiori e foglie come l’Orchidea, l’Helleborus bianco, il Pino silvestre, la Clintonia borealis, l’Eucalipto e l’Abete rosso (Tabella 1).



Tabella 1. Concentrazione di resveratrolo in alcuni alimenti naturali.




Nell'uva il resveratrolo è contenuto principalmente nella buccia del frutto, conseguentemente dopo la sua spremitura, lavorazione e fermentazione, essa si concentra nel vino in percentuali variabili dipendenti dalla qualità della vite, dalla zona geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione oltre che dalle tecniche di coltura e di lavorazione[2]. Questa sostanza, più abbondante nell'uva non trattata con fungicidi e pesticidi, è inoltre maggiormente concentrata nel vino che più a lungo viene fatto fermentare insieme alle bucce.

In particolare, i fattori che influenzano il contenuto di resveratrolo nel vino sono:

  • Colore: nella produzione del vino bianco la fermentazione avviene senza il contatto del mosto con le bucce (fermentazione in bianco), diversamente da quanto avviene nella produzione del vino rosso. Poiché il resveratrolo è presente nella buccia dell'uva e non nella polpa, il contenuto di tale sostanza risulta essere inferiore nei vini bianchi rispetto ai vini rossi
  • Origine geografica: i vini ottenuti da vitigni coltivati ad elevate altitudini sembrano possedere un contenuto in resveratrolo superiore (questa sostanza avrebbe la funzione di proteggere la pianta dai raggi UV). La latitudine non sembra invece influenzare significativamente la sua concentrazione.
  • Annata: le condizioni climatiche che favoriscono lo sviluppo di miceti patogeni per la pianta fanno aumentare i processi di sintesi di resveratrolo, che viene prodotto dalla piante quale naturale difesa antifungina.
  • Concimazione: la concentrazione di resveratrolo nell'uva aumenta al diminuire della concimazione azotata[3].

Già dall’antichità il resveratrolo veniva estratto dal “Polygonum Cuspidatum"[4-6], una pianta utilizzata per le sue proprietà lassative e per numerosi altri scopi come ad esempio il trattamento delle dislipidemie, dell’aterosclerosi, delle allergie e delle infiammazioni. Le radici di questo vegetale contengono infatti un’elevatissima concentrazione di resveratrolo, fino a 400 volte superiore rispetto a quella riscontrata nell’uva e nel vino, permettendo quindi la preparazione di un estratto vegetale ad elevata concentrazione di principio attivo.



Cos’è resveratrolo?

Il resveratrolo appartiene alla famiglia dei composti fenolici, potenti antiossidanti naturali. Possiamo distinguere due classi principali di polifenoli: i flavonoidi e gli stilbeni.

Il resveratrolo fa parte della grande famiglia degli stilbeni.

Il resveratrolo, quindi, è una fitoalexina naturale abbondantemente presente sulle bucce degli acini d’uva e quindi nel vino, facilmente accessibile attraverso la via alimentare.

La presenza del resveratrolo (3,4,5’-triidrossi-trans-stilbene) in Vitis vinifera fu evidenziata per la prima volta da Langcake e Pryce, nel 1997[7] e solo uno studio successivo consentì di identificare che il trans-resveratrolo, la sostanza responsabile delle numerose azioni benefiche, era presente solo nelle foglie malate della vite e non in quelle sane[8]. Successivamente, altri studi hanno confermato tale osservazione. Orallo, nel 2006, dimostrò che, sebbene in natura fossero presenti entrambe le forme stereoisometriche del resveratrolo, solo l’isomero trans sembrava essere responsabile di effetti benefici[9].

Il resveratrolo presenta un’ampia varietà di proprietà farmacologiche ed è stato chiamato in causa per spiegare il cosiddetto “Paradosso Francese”, riferito a studi epidemiologici condotti negli anni ’70, che evidenziavano l’indubbia correlazione tra consumo eccessivo di grassi saturi e malattie cardiovascolari. Lo studio, che era stato effettuato su popolazioni di vari paesi, portava a conclusioni opposte, solo relativamente alla popolazione francese e ciò aveva fatto supporre che potesse essere l’elevato consumo di vino rosso la variabile responsabile della discordanza dei dati.

Nel 1992, un analogo studio effettuato da due scienziati francesi[10] relativamente alla correlazione tra mortalità dovuta a malattia coronarica e assunzione di grassi animali nella dieta, portarono ad un’analoga conclusione. Anche in questo caso, tra tutti i Paesi esaminati solo il campione ottenuto su territorio francese (raccolto tra le città di Lille, Strasburgo e Tolosa) fornì risultati contrastanti. Nonostante l'elevato consumo di grassi animali, infatti, i Francesi facevano registrare il più basso tasso di mortalità per malattia coronarica.

I due ricercatori cercarono di dare una risposta a tale paradosso. Dall'osservazione statistica del maggior consumo di vino in terra francese, scaturì l'ipotesi che tale bevanda potesse controbilanciare gli effetti dell'elevata ingestione di grassi animali. Dal momento che gli effetti negativi dell'alcool erano già stati ampiamente documentati e che il vino si era dimostrato più efficace di altre bevande alcoliche nella riduzione dell'incidenza di malattie cardiovascolari, il secondo passo fu quello di ipotizzare che alla base del paradosso francese non ci fosse l'alcool, bensì altre sostanze presenti nel vino non ancora identificate. Ulteriori studi portarono così alla scoperta del resveratrolo e di altre sostanze simili, quali il piceatannolo, lo pterostilbene, l'epsilon-viniferina e il piceide[11].

Dal 1992 il resveratrolo è stato quindi oggetto di molteplici studi in vitro che ne hanno dimostrato le numerose caratteristiche benefiche, attirando l’attenzione di medici e ricercatori.

Come sostanza antinvecchiamento, il resveratrolo è considerato un antiossidante, è attivo contro alcuni radicali liberi e impedisce l'ossidazione del colesterolo LDL. Tuttavia gli effetti antiossidanti sono stati osservati in vitro, e non in vivo, quindi non si hanno conferme sulla sua utilità nell'organismo umano.

Nei consumatori di vino rosso si assiste, inoltre, ad una riduzione dell’aggregazione piastrinica, ad un incremento dei livelli plasmatici del colesterolo HDL (lipoproteina ad alta densità, responsabili dello smaltimento del colesterolo in eccesso nei tessuti periferici) (lipoproteine a bassa densità). Questi eventi si associano ad una minore formazione di placche aterosclerotiche[12] nei vasi sanguigni e quindi ad una riduzione degli eventi cardiovascolari, il che conferisce al resveratrolo anche un effetto cardioprotettivo.

L'analogia della struttura chimica del resveratrolo con quella di un potente estrogeno sintetico ha suggerito la possibilità che il resveratrolo possa funzionare come antagonista dell'attività ormonale, in particolare nell'impedire l'assorbimento di estrogeni. Dal momento che questi complessi meccanismi sono coinvolti anche nella crescita delle cellule tumorali (per esempio in quelle del tumore al seno), alcune ricerche cercano di capire come sfruttare il resveratrolo come possibile integratore dalla funzione antitumorale. Tuttavia le ricerche sono discordanti, in quanto hanno raggiunto conclusioni opposte sul fatto che il resveratrolo possa essere un agonista o un antagonista della ricezione di ormoni estrogeni. 

Il resveratrolo è stato studiato anche per la possibilità di impedire la trasformazione di alcune sostanze in sostanze cancerogene. Tale effetto però è stato osservato solo in culture di cellule. Alcune ricerche hanno mostrato inoltre che, aggiungendo resveratrolo a culture di cellule tumorali, la loro crescita è risultata rallentata, come pure la loro capacità di autoalimentarsi tramite l'attività di angiogenesi (creazione di nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore). Comunque sia, l'ipotesi di sostanza antitumorale è, basandosi sulle ricerche attuali, da considerarsi azzardata.

L'effetto antinfiammatorio sarebbe invece supportato dalle capacità del resveratrolo di inibire alcune reazioni, come la ciclo-ossigenasi, esattamente come fanno i più classici antinfiammatori. Anche questo effetto però è stato osservato solo in vitro.

La maggiore problematica legata al resveratrolo, oltre al fatto che la maggior parte degli studi condotti sono stati verificati in vitro e non sull’essere umano, è rappresentata dalla sua scarsa concentrazione nei prodotti naturali e dalla sua bassa biodisponibilità, che ne limitano l’utilizzo in vivo. Queste condizioni, infatti, fanno sì che la supplementazione con resveratrolo di origine naturale sia teoricamente possibile, ma praticamente irrealizzabile, in quanto è necessaria una concentrazione piuttosto elevata nel sangue per poter beneficiare dei suoi effetti positivi[13].



Bibliografia

  1. Paul B, Masih I, Deopujari J, Charpentier C. Occurrence of resveratrol and pterostilbene in age old drakshasava, an ayurvedic medicine from India. J. Ethnopharmacol, 68(1-3), 71-6, 1999.  
  2. Mattivi F., Zulian C., Nicolini G., and Valenti L.. Wine, biodiversity, technology and antioxidants. Alcohol and Wine in Health and Disease. Annals of the New York Academy of Sciences, 957, 1–348, 2002
  3. Bavaresco L., Pregoni C,. Physiological role and molecular aspects of grapevine stilbenic compounds, in Molecular Biology and Biotecnology of the grapevine. K.A. Roubelakis-Angelakis, Kluwer Acad. Publ., 153-182, 2007  
  4. Arichi H., Kimura Y., Okuda H., Baba K., Kozawa M., Arichi S. Effects of stilbene components of the roots of Polygonum cuspidatum Sieb. et Zucc. on lipid metabolism. Chem., Pharm. Bull., 30, 1766-1770, 1992.
  5. Vastano BC., Chen Y., Zhu N., Ho CT., Zhou Z., Rosen RT. Isolation and identification of stilbenes in two varieties of Polygonum cuspidatum. J. Agric. Food Chem., 48(2), 253-256, 2000.
  6. Bralley EE., Greenspan P., Hargrove JL., Wicker L. and Hartle DK. Topical anti-inflammatory activity of Polygonum cuspidatum extract in the TPA model of mouse ear inflammation. J. of Inflammation, 5, 1, 2008.
  7. Langcake P. and Pryce RJ. A new class of phytoalexins from grapevines. Cellular and Molecular Life Sciences, 33(2), 151-152, 1997.  
  8. Adrian M., Rajaei H., Jeandet P., Veneau J., Bessis R. Resveratrol Oxidation in Botrytis cinerea Conidia. Phytopathology, 88(5), 472-476, 1998.
  9. Orallo F. Comparative studies of the antioxidant effects of cis- and transresveratrol. Curr. Med. Chem., 13(1), 87-98, 2006.  
  10. Renaud S. and de Lorgeril M. Wine, alchool, platelet, and the French paradox for coronary heart disease. Lancet; 339, 1523, 1992 
  11. Siemam EH., Creasy LL. Concentration of the Phytoalexin Resveratrol in Wine. Am. J. Enol. Vitic. 43, 49-52, 1992. 
  12. Frankel EN., Waterhouse AL., Kinsella JE. Inhibition of human LDL oxidation by resveratrol. Lancet., 341(8852), 1103-1104, 1993.
  13. Gu X., Creasy L., Kester A. and Zeece M. Capillary electrophoretic determination of resveratrol in wines. J. Agric. Food Chem., 47(8), 3223– 3227, 1999.


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