martedì 11 febbraio 2014

La Curcuma




Il composto curcumino, comunemente chiamato anche curcumina o cumino, è contenuto nella cosiddetta Curcuma, che è il rizoma di una Zimberacea: la Curcuma Longa detta anche Curcuma domestica Valeton.

Tale composto sta assumendo crescente interesse come protettivo della salute, in particolare come anti-infiammatorio[1] e anti-tumorale[2], sulla base di recenti indagini epidemiologiche che indicano un tasso molto ridotto d’insorgenza di tumori in zone geografiche dove si fa molto uso di curcuma nell’alimentazione (in particolare l’India). Le osservazioni sembrano trovare ulteriore conferma in studi clinici inerenti l’effetto antinfiammatorio della molecola di curcumino.

Ma cos’è la Curcuma?

La curcuma o turmeric, come viene chiamata dagli inglesi e dagli indiani, è una spezia gialla che si ricava dalla radice della pianta omonima: Curcuma longa (e altre varietà), della famiglia delle Zingiberaceae.

Presenta delle foglie di colore giallo o bianco secondo la stagione; durante il periodo di fioritura i fiori sono circondati da un colore rosa che le fa assomigliare a un fiore normale. Possiede un rizoma di colore giallo che con il passare del tempo si allarga e forma dei grossi cespi. La parte principale del rizoma si presenta in pezzi arrotondati della dimensione di una nocciola mentre nelle ramificazioni si presentano in forma di pezzi allungati coperti da un’epidermide giallastra o verdastra. Le piante, adattate ai terreni sterili, vivono a temperature comprese tra i 20 e i 30°C e necessitano di una notevole quantità di pioggia per prosperare. Dopo la raccolta, queste vengono separate dai rizomi sotterranei, utilizzando, a fini alimentari, solo quelli voluminosi, di circa 10 cm di diametro. Gli altri vengono ripiantati per l'anno successivo.

Il primo produttore di curcuma è l’India (Sangli, una città nel sud dello stato indiano del Maharashtra, è il maggiore e più importante centro commerciale nell'Asia), seguita da Cina, Indonesia e Costa Rica. Alle Hawaii, dove è chiamata “holena”, la curcuma è alla base di tutta la medicina tradizionale, e anche in India è utilizzata da secoli nella medicina Ayurvedica, per le sue proprietà preventive e terapeutiche, soprattutto come cicatrizzante e antinfiammatorio[3].


Composizione bromatologica:

Calorie
Kcal
354
Grassi
g
9,88
Carboidrati
g
64,93
Proteine
g
7,83
Fibre
g
21,1
Zuccheri
g
3,21
Acqua
g
11,36



Calcio
mg
183
Sodio
mg
38
Fosforo
mg
268
Potassio
mg
2525
Ferro
mg
41,42
Magnesio
mg
193
Zinco
mg
4,35
Rame
mg
0,603
Manganese
mg
7,833
Selenio
mg
4,5



Retinolo (vit.A)
mcg
0
Tiamina (vit.B1)
mg
0,152
Riboflavina (vit. B2)
mg
0,233
Niacina (vit.B3)
mg
5,14
Piridossina (vit.B6)
mg
1,8
Acido folico (vit.B9)
mg
0
Cobalamina (vit.B12)
mcg
0
Acido ascrobico (vit.C)
mg
25,9
Colecalciferolo (vit.D)
IU
0
Alpha-tocoferolo (vit.E)
mg
3,1



Il suo utilizzo…

La curcuma viene utilizzata da millenni in moltissimi campi.

La parte utilizzata in campo alimentare e fitoterapico è il rizoma tuberizzato, un fusto sotterraneo contenente sostanze di riserva per la pianta. Il rizoma non viene consumato come tale, ma lavato, sbollentato, essiccato e macinato in una polvere fine che viene utilizzata come colorante in cucina (viene catalogato con la sigla E100 con la specifica “Turmerico”; il curcumino quale composto isolato viene impiegato, sempre nel campo alimentare, con la sigla E100 con la specifica “Curcumino”.) oppure come spezia sia nei Paesi di origine che in quelli occidentali, dove rientra nella preparazione del curry e di salse varie.

Per la sua caratteristica di colorare di giallo i cibi (da qui la denominazione “food yellow”), la curcuma è conosciuta anche con il nome di “zafferano d’India”; per il suo odore forte e sapore aromatico si avvicina molto allo zenzero, cui assomiglia anche nella forma e nell’aspetto.

All’interno del rizoma, infatti, ritroviamo buone quantità di un olio essenziale, che può essere estratto ed utilizzato in profumeria e in cosmetica per la cura della pelle.

La quota di polifenoli presenti nel rizoma essiccato della pianta, chiamate curcuminoidi, conferiscono alla pianta diverse proprietà farmacologiche. Le più conosciute e dimostrate sono quelle coleretiche-colagoghe in grado di migliorare la salute del fegato, contribuire ad eliminare gli eccessi di colesterolo e facilitare la digestione di pasti abbondanti e ricchi di grassi. È molto utile nel trattamento della dispepsia, del meteorismo e della flautolenza[4]. Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato largamente che l’utilizzo della curcuma possa avere proprietà antinfiammatorie, antivirali ed antiossidanti.

La bassa biodisponibilità della sostanza fa presumere che molti degli effetti dimostrati in vitro siano assenti nell'uomo. Nonostante ciò, la curcumina è tuttora oggetto di numerosi studi, sia per confermarne le proprietà curative sia per migliorarne l'assorbimento sistemico (la contemporanea associazione con piperina può aumentarne la biodisponibilità fino al 2000%).



Bibliografia


  1. J.S. Jurenka. Anti-inflammatory Properties of Curcumin, a Major Constituent of Curcuma longa: A Review of Preclinical and Clinical Research. Alternative Medicine Review, 14 (2), 2009.
  2. J. Ravindran, S. Prasad, and B.B. Aggarwal. Curcumin and Cancer Cells: How Many Ways Can Curry Kill Tumor Cells Selectively? The AAPS Journal, 11 (3), 2009.
  3. M. Ceriani. Il Potere delle Spezie. Tecniche Nuove, 2009.
  4. S.A. Rajasekaran. Therapeutic potential of curcumin in gastrointestinal diseases. World J. Gastrointest Pathophysiol, 2011.

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